Prima di definire cos'è e come gestire un Comportamento-Problema è necessario definire cos'è un Comportamento.
In linee generali il Comportamento è definito da più elementi che lo compongono e lo sostengono come: la base genetica, l'educazione, il temperamento, la personalità, il carattere. Inoltre, può essere:
.volontario
-involontario
-consio
-inconscio.
Quando mettiamo in atto un comportamento lo facciamo sempre “sulla scia” della nostra #personalità e del nostro #temperamento, che sono degli elementi costituenti e stabili della nostra persona. Un genitore, a volte, può trovarsi di fronte a dei comportamenti problematici del #figlio perchè, a differenza degli adulti, i bambini non sempre sono in grado di autoregolarsi nelle situazioni stressanti o destabilizzanti.
In poche parole, ciò che fanno, lo fanno perchè gli serve.
È chiaro che quando definiamo un comportamento come problematico lo facciamo perchè non siamo in grado di gestirlo oppure perchè si è stanchi di gestirlo senza capirne la causa del perchè questo venga emesso.
È necessario, però, fare una precisazione. Ci sono dei comportamenti-problema che sono iscritti in quadri clinici ben precisi che hanno una loro valenza in quanto costituenti di un determinato disturbo. Nell' #ADHD per esempio, sono frequenti i comportamenti problematici dovuti all'iperattività, alla distraibilità, alla difficoltà a mantenere l'attenzione, rispettare turni nel gioco, seguire le regole.
Anche nell' #Autismo è frequente imbattersi in comportamenti-problema come crisi aggressive auto ed eterodirette (ad esempio morsi a se stessi o ad altri), crisi di pianto, urla, rifiuto del cibo, rifiuto ad addormentarsi.
È chiaro che, in questi contesti clinici, i comportamenti-problema vanno considerati diversamente perchè costituiscono le basi comportamentali del disturbo stesso.
Nei comportamenti- problema, compresi quelli più comuni e quotidiani, c'è sempre un fattore contestuale o emotivo a scatenarli. Ciò che li caratterizza è sempre:
-un fattore scatenante antecedente
-uno o più rinforzi che li alimentano e li mantengono nel tempo
-una o più conseguenze
Generalmente l'intervento di un professionista mira a:
-estinzione
-evitamento
-rieducazione
di quel determinato comportamento, e lo fa, solitamente, utilizzando tecniche e strategie definite “evidence based” cioè basate sull'evidenza e la dimostrabilità scientifica. In poche parole, il genitore che richiede un intervento professionale, ha la sicurezza che gli interventi che il professionista mette in atto sono scanditi da protocolli ben precisi che mirano al reale raggiungimento dell'obiettivo terapeutico. Nel processo riabilitativo, l'intervento del genitore è sempre accompagnato a quello dello psicologo. Lo psicologo fornisce, tramite un intervento di parent training, indicazioni ben precise su come comportarsi in presenza del comportamento-problema del figlio e quali condizioni controllare per evitare che si scateni il problema.Ciò che in realtà viene fatto in un intervento di questo tipo è una rieducazione degli schemi comportamentali di tutta la famiglia, che ne trae beneficio nel suo funzionamento generale. È necessario definire anche il termine “problema”.I comportamenti che vengono definiti così lo sono per diversi motivi, ad esempio:
-costituiscono inaccettabilità sociale
-possono ledere il soggetto in maniera lieve o grave
-possono ledere gli altri, come i genitori, fratelli, insegnanti o chi se ne prende cura
-pongono i famigliari di fronte alla frustrazione di non poterli gestire
-alterano gli equilibri famigliari
-alterano l'iter di apprendimento delle abilità quotidiane del bambino
Il senso di frustrazione, a cui accennavo, è un fattore comune a molti genitori ed è assolutamente normale. Nella nostra quotidianità siamo chiamati a gestire situazioni che sono iscritte all'interno di determinati schemi comportamentali che conosciamo ed abbiamo imparato a gestire. I Comportamenti diventano un Problema quando si manifestano in maniera incontrollata, improvvisa e, nei casi più gravi, costituisco pericolosità. Il genitore, a quel punto, sperimenta la difficoltà costante nel gestirli o arginarli e, quando i suoi tentativi falliscono subentra un senso di frustrazione e di rabbia.
È importante rivolgersi ad uno psicologo per:
-apprendere strumenti nuovi per fronteggiare i problemi
-comprendere le motivazioni e sottostanno a quei comportamenti
-individuare eventuali disagi inespressi del bambino
-ristabilire una serenità famigliare
Intervenire in tempo permette di gestire ed arginare i problemi per evitare che questi influenzino negativamente lo sviluppo del bambino.
Per informazioni potete contattare
Studio PsicologicoGagliano
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