Care amiche, ecco a voi un'altra intervista con una mamma e professionista della rete di Mamme di Catania. Si tratta di Jessica Nastasi, biologa nutrizionista, che ha riscosso grande successo nel nostro gruppo per i risultati ottenuti nel suo lavoro
Raccontaci di te, chi è Jessica?
Sono una ragazza di 31 anni, sono sempre stata molto un tipo molto quadrato e con la testa sulle spalle, ero e sono una secchiona, sono laureata in Biologia e oggi faccio la nutrizionista, un lavoro che amo, ma ho anche fatto la segretaria. Sono sposata ed ho un meraviglioso bambino di due anni, Leonardo, la mia famiglia è la mia forza.
Quando hai iniziato la tua attività?
Da due anni circa.
Hai dovuto superare degli ostacoli nella tua carriera? Se si come li hai superati?
Molti, soprattutto da quando uso i social, è un’arma a doppio taglio, da una parte mi aiuta tantissimo a farmi conoscere, dall’altra sono più esposta a critiche e per imparare a gestirle sto facendo un lavoro su me stessa. Cerco di superare gli ostacoli, prendendoli come una possibilità di crescita.
Come sei riuscita a conciliare la maternità con la tua professione?
Eh, qui tocchiamo il mio tallone d’Achille, il mio punto debole. Combatto ogni giorno con me stessa, credo sia la cosa più difficile per una mamma/donna/lavoratrice convivere con i sensi di colpa di dover lasciare il proprio figlio e la voglia di essere indipendente, di affermarsi, di prendere i propri spazi. A volte mi sento un po’ egoista, non l’ho ancora superata pienamente, ci si giustifica dicendo che si lavora per i soldi e per far stare bene i figli, ma in realtà io mi sento ancora più in colpa, perché so che non lo faccio per soldi ma lo faccio per me, perché quando vado a lavoro e indosso il mio sudato camice mi sento felice di essere riuscita a realizzare un mio sogno. Mi ricordo che quando facevo la segretaria, avevo nascosto il camice perché mi faceva male l’idea che forse non l’avrei mai più indossato. Quindi i sensi di colpa restano, ma spero che quello che si dica sia vero e cioè che i bambini hanno bisogno di mamme felici.
Che cosa ti soddisfa nel tuo lavoro?
Il fatto che non dipenda da nessuno, e i volti delle persone che mi trovo di fronte. L’ empatia che si crea con il paziente, si costruisce un rapporto di fiducia, il paziente si fida di me, si affida a me e quando insieme raggiungiamo un obiettivo, so di aver fatto qualcosa per qualcuno, lí vado a casa soddisfatta.
6. Che cos’è il successo nel lavoro? Questa domanda mi mette un po’ in difficoltà, perché in realtà non ci ho mai pensato, non ho mai avuto brama di successo, anzi un po’ mi spaventa avere i riflettori addosso, mi piace restare nella mia “confort zone” e lasciare che il successo arrivi da solo, facendo bene e con onestà il mio lavoro. Ritengo che il mio successo nel lavoro sia portare le persone a raggiungere i loro obiettivi.
Che consigli daresti ad altre donne che vogliono intraprendere una loro attività a Catania?
Di provarci, di non aspettarsi aiuti da nessuno, ma di provarci , di buttarsi, di non lasciarsi prendere dalla paura, sapendo però di poter contare solo su stesse, sulla propria determinazione, sulla propria fame e desiderio. Di non aspettarsi un percorso lineare, ma una strada con moltissimi alti e bassi, di prepararsi a tanta stanchezza, ad essere esauste, e a dover poi ripartire. Di non pensare che Roma sia stata creata in un giorno solo, di andare per step e piccoli passi, ma di puntare alla vetta. E infine di non ascoltare chi ti dice che è troppo difficile ai giorni nostri, ma soprattutto di sognare, sempre e non fermarsi mai.
Cosa suggeriresti a chi ci governa per agevolare le donne nel mondo del lavoro?
Di avere più attenzione alle potenzialità di noi donne, e di inserire più bonus e aiuti per noi donne lavoratrici e mamme, soprattutto nella gestione dei bambini quando siamo a lavoro. Serve che ci mettano nelle condizioni di lavorare in serenità, il bonus baby sitter per esempio l‘ ho trovato molto utile.
Ma in generale e qui sembra che io voglia fare demagogia, ma in realtà credo davvero che questo sia il problema maggiore del nostro Stato, e cioè spero che l’ Italia un giorno possa dare la sicurezza ad ogni laureato di trovare un lavoro pertinente con ciò che ha studiato, perché questa è stata la difficoltà più grossa che ho dovuto affrontare. Spero che mio figlio non debba ritrovarsi in questa situazione, in cui si debba per forza partire per trovare la propria strada, perché non tutti vogliono farlo, io per esempio sono una di quelle che vuole restare.